FLUMINIMAGGIORE
Fluminimaggiore (Frùmini Majori in sardo) è un comune italiano di 2 611 abitanti della provincia del Sud Sardegna, nella regione dell’Iglesiente.
Nella zona sono presenti testimonianze di età prenuragica, nuragica, fenicio-punica e romana. Nel medioevo il villaggio appartenne al giudicato di Cagliari, e fece parte della curatoria del Sigerro. Alla caduta del giudicato (1258) passò a Ugolino della Gherardesca, a Pisa, e successivamente (1324) venne inglobato dagli aragonesi nel regno di Sardegna, sotto il quale il feudo divenne una viscontea, assegnata nel 1421 dal Re Alfonso V d’Aragona a Nicolò Gessa. Dai Gessa passò poi agli Asquer. Nel 1650 il paese venne distrutto da un’incursione barbaresca, per essere poi ricostruito nel 1704 un po’ più lontano dal mare, quando il visconte Asquer e la moglie Eleonora Gessa concessero l’atto di ricostruire l’antico villaggio di Flumini Major. I primi abitanti provenivano dalla zona di Terralba, oggi in provincia di Oristano. Il paese fu riscattato agli Asquer, ultimi feudatari, nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.
Il paese ebbe un notevole incremento demografico nella seconda metà del XIX secolo, dovuto soprattutto alla crescente attività mineraria[4]. Nei primi anni del 1900 Fluminimaggiore e Buggerru entrarono nel vivo delle rivendicazioni operaie, con vicende anche cruente, che culminarono con l’eccidio di Buggerru del settembre 1904. La crisi mineraria a partire dalla fine del ‘900 ha colpito duramente il paese che ha pagato con un aumento della disoccupazione e dell’emigrazione.